Pubblicato su politicadomani Num 90 - Aprile 2009

Favole per un pubblico adulto
TOPI da qui all'eternità

di Gianluca Calvino

La collana Leggere Veloce di Cento Autori propone un piccolo e prezioso testo che, senza facili moralismi, affronta questioni delicate e ancora dolorosamente attuali. Dalla penna di Ermanno Corsi, uno dei più noti interpreti del giornalismo campano, una satira feroce sul degrado napoletano e sullo scandalo rifiuti

È solo un luogo comune, che le favole siano destinate esclusivamente ai bambini.
Esistono favole che si rivolgono, in maniera più che evidente, ad un pubblico adulto; perché il messaggio in esse contenuto non è mai banale o semplicistico.
La "storiella" i cui protagonisti sono degli animali parlanti ha sempre una morale, e la morale è frutto di un'osservazione della realtà che viene posta in discussione attraverso lo sguardo apparentemente deformato degli animali.
La tradizione della favola nasce da Esopo, da Fedro. Le loro storie raccontano, in maniera assolutamente schietta, anche se attraverso metafore "bestiali", dei rapporti tra gli uomini, dello spirito di sopraffazione che domina il nostro mondo, della crudeltà dei potenti, dell'astuzia - unica arma a disposizione dei deboli per sfuggire al loro inesorabile destino di vittime sacrificali.
E quel genere di favola si veste sempre di uno spirito critico, di quella necessità espressiva che nasce dall'osservazione disincantata della realtà.
È il principio alla base della satira, perché di satira si tratta.
La satira, quel nobilissimo genere letterario che, fin dalle sue origini, ha saputo mettere in ridicolo le contraddizioni che da sempre dominano i rapporti sociali. È quel potentissimo, micidiale strumento nelle mani degli intellettuali di ogni tempo, che utilizzano la loro penna affilata per evidenziare, divertendo i lettori, le enormi ingiustizie che i potenti, oggi come allora, mettono in essere.
Castigat ridendo mores, dicevano gli antichi.
E ancora oggi pare necessario uno sguardo disilluso e divertente sulla società contemporanea e le sue storture.
D'altra parte, in un'epoca in cui la verità è sempre camuffata da menzogne, in cui l'informazione si è fatta sempre più ipocrita, l'opinione pubblica si è stancata di ascoltare i soloni del giornalismo e della politica che parlano seriamente e seriosamente dei problemi del vivere quotidiano.
Meglio riderci su. E magari ridendoci su, la società tutta può recuperare quel pizzico di sana indignazione civile che appare sempre più necessaria in una temperie storico-politica come quella attuale.
Per cui, leggendo questa satira - in cui sembrano far capolino, qua e là, echi leopardiani - su un'immensa popolazione di topi ormai padroni incontrastati di una città (che è Napoli, ma potrebbe essere una qualunque altra metropoli italiana e non), sorridiamo.
Certo, è un sorriso amaro, ma che ci aiuta a riflettere sul mondo in cui viviamo oggi.
Un mondo giunto al limite del paradosso.
E piuttosto che angustiarci sui destini inesorabili del nostro universo, è meglio, tutto sommato, riderci su.

Ermanno Corsi
È stato presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania fino al 2007; ha lavorato per numerose testate della carta stampata nonché per la RAI di Napoli (è stato conduttore del TGR Campania). Ha pubblicato numerosi volumi tra cui Aspettando Capri, Terra di Lavoro e di progresso e Aspetti della Campania nel Terzo Millennio, tutti editi da Guida.

 

 

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